Il colore si riferisce alla tonalità naturale dei diamanti incolori. In natura una grande maggioranza di diamanti presenta delle leggere tonalità di giallo. Più un diamante è incolore più la sua rarità sarà elevata. Il colore del diamante viene classificato attraverso una scala cromatica decrescente da D (colorless – senza colore) a Z (tinted – colorata), a sua volta raggruppate in 5 categorie (colorless, near colorless, faint yellow, very light yellow e light yellow). Il valore di un diamante quindi decresce procedendo dalla D alla Z.

Il taglio rappresenta il fattore più importante delle 4C e indica il modo in cui le faccette di un diamante interagiscono con la luce. Il taglio quindi è essenziale per la sua brillantezza, ed è determinato dalla simmetria, dalle proporzioni e dalla politura. La GIA classifica la bellezza del taglio per pietre a taglio brillante assegnando un voto che varia da Excellent (eccellente) a Poor (povero). Se un diamante non viene tagliato in modo corretto, apparirà opaco anche qualora abbia un alto grado di colore e purezza.

La purezza è una misura utilizzata per determinare le impurità presenti all’interno ed all’esterno del diamante in base alla visibilità di queste caratteristiche con una lente di ingrandimento pari a 10 volte, essa è un fattore determinante per verificare il valore di un diamante. Un diamante con un basso grado di purezza risulterà meno brillante grazie alle inclusione presenti al suo interno. L’Istituto Gemmologico Americano denominato GIA (la massima autorità riguardante l’analisi gemmologica) ha ideato una scala di purezza adottata in tutto il mondo composta da undici gradi che coprono le gamme da Perfetto (FL-Flawless ovvero senza inclusioni) ad Incluso (I3-Included quindi con inclusioni).

Il carato denota il peso di un diamante, non le dimensioni. È un’unità di misura che equivale ad 1/5 di grammo (5 ct = 1 grammo); il peso è una caratteristica indispensabile nella valutazione di un diamante e può variare a seconda della sua forma.